domenica 29 giugno 2014

Una ipotesi di riforma del calcio italiano

Scrivo questo post il giorno dopo l'eliminazione dal mondiale, pur avendolo in mente da diverso tempo.

Quello che propongo qui sono degli interventi a tutto tondo, dal numero di squadre alla distribuzione dei proventi tv, al merchandising.


I Campionati

Ad oggi, ci sono:
- 20 squadre in Serie A

- 22 squadre in Serie B
- 60 squadre in LegaPro (divisi in 3 gironi da 20)

La mia proposta è una seria riduzione delle squadre presenti, passando a
- 18 squadre in Serie A
- 20 squadre in Serie B
- 48 squadre in LegaPro (divisi in 2 gironi da 24)

In totale le società professionistiche passano dalle 111 dell'ultima stagione (saranno 102 la prossima) a 86, con ovvi miglioramenti anche delle condizioni economiche di queste ultime.

Le promozioni/retrocessioni sarebbero le seguenti:


Si manterrebbe grosso modo la situazione attuale, ad eccezione delle 5x2 retrocessioni dalla Lega Pro ai dilettanti, con conseguenti promozioni di tutte le prime classificate + la vincitrice fra le 8 migliori seconde.

In Serie A si passa da 38 giornate a 34. Si potrebbero eliminare tutti i turni infrasettimanali (particolarmente gravosi in autunno alternandosi alle giornate di Champions/Europa League), introducendo un'altra giornata di sosta, che potrebbe trovarsi sempre a cavallo delle competizioni europee o in Gennaio/Febbraio per le condizioni meteo.
La Serie B si riduce da 42 a 38 partite, e potrebbe sfruttare la sosta della Serie A vista sopra per ottenere maggiore visibilità.
La Lega Pro invece giocherebbe 46 giornate, che ammetto essere una enormità. A ciò però bisogna aggiungere la considerazione che per le società piccole buona parte del fatturato deriva dai botteghini, e questo è lo scopo della mia proposta.


Mutualità fra le diverse serie

Ad oggi, dai diritti Tv totali, un 4% viene destinato ai settori giovanili e dilettantistici, mentre una parte del 6% alle serie inferiori.

Dalla serie A dunque giunge a Serie B e LegaPro circa 55 milioni di Euro, a cui va aggiunto il paracadute per le retrocessioni dalla lega maggiore di circa 30 milioni di €. Questi ultimi soldi vanno solo alle retrocesse, ma nei prossimi calcoli vengono calcolati come equamente suddivisi fra tutte le partecipanti. Per quanto riguarda il primo punto, in mancanza di dati certi, viene stimato una divisione 50 e 50 fra le due leghe.

Nella mia idea, dal totale dei diritti tv solo l'80% torna in Serie A; un 10% alla Serie B; un 6% in LegaPro. Da una parte i minori compensi della Lega maggiore vengono compensati dalle minori squadre presenti, mentre vi è un importante aumento per Serie B (da circa 60 milioni totali a 100) e LegaPro (da 30 a 60); 
Il minore numero di squadre in queste categorie, inoltre porta un notevole aumento dei contributi medi per squadra, come visibile qui sotto:


Ad esempio, la media per squadra di serie B praticamente raddoppia, mentre quella di LegaPro è circa 2,5 volte maggiore.


Le squadre B

Tutto questo non dovrebbe avvenire solo per buona volontà, ma con una altra clausola: Le squadre "B".
Nella mia idea, queste non sarebbero tanto "Juventus B" o "Milan B", ma le grandi dovrebbero acquistare in toto una squadra di provincia, distante almeno 300 km dalla squadra principale per evitare una concentrazione di "grande calcio" in poche aree e lasciando altre praticamente abbandonate. Queste non potrebbero mai giocare nella stessa serie della squadra principale, ed in aggiunta non avrebbero diritto ai contributi Tv, andando ad aumentare le quote spettanti alle altre. La principale obiezione è che in questo modo le squadre comprate non avrebbero mai l'opportunità di giocare in Serie A, ma realisticamente molte di queste non potrebbero mai vederla. A questo punto, credo sia meglio godersi l'esplosione di qualche giovane, ma ovviamente è un argomento delicato e opinabile. In queste squadre sarebbe obbligatorio schierare giocatori con meno di 21 anni, con la possibilità di aggiungere 1/2 fuoriquota per permettere ai giocatori del team madre di riprendersi da infortuni.

Il problema vero per il calcio italiano è far giocare i giovani nostrani; in virtù della legge Bosman, non si può vietare l'ingresso di giovani stranieri; forse l'unica possibilità è legare i contributi dai diritti tv per le squadre B (che in teoria non avrebbero) all'uso di almeno 7-8 italiani in campo continuamente. 


Le partite e gli orari

Il punto principale è che squadre A e squadre B non giochino mai lo stesso giorno; in questo modo, i tifosi del team principale potranno interessarsi anche a quelli della seconda squadra, aumentando l'appeal dei diritti televisivi delle altre leghe secondarie. 

Ci sarebbero 10 partite di Serie B e 9 di Serie A. Il weekend comincerebbe Venerdì sera per terminare Domenica, con ovvie modifiche in base agli impegni internazionali. Altra modifica è il tentativo di evitare la contemporaneità di più partite possibili, in modo che in tv possano essere visti più incontri possibili. Nella mia simulazione, non si avrebbero mai più di 3 partite nello stesso istante. In particolare gli orari sarebbero questi:



In blu la Serie A, in verde la Serie B.

La Serie A ha 3 anticipi al Sabato, di cui uno alle 14, e alle 18:45 e alle 20:30, in questo modo è possibile evitare la sovrapposizione fra gli ultimi due eventi. Inoltre, permette alle 3 squadre (teoriche) partecipanti in Champions League di giocare prima. In generale le partite cominciano ogni 45 minuti, in questo modo si riesce ad avere solamente 3 partite nello stesso momento. A livello teorico, si potrebbe iniziare a guardare il campionato alle 14 e finire alle 22:15, con grande guadagno delle compagnie tv che potrebbe tradursi in grande guadagno delle squadre interessate. Inoltre, la presenza di Squadre B farebbe aumentare l'interesse nei confronti di questa Lega e dei diritti ad essi collegati, in modo da incrementare ancora gli introiti di questi team.


La Serie A nel mondo

Le partite delle 14 hanno il chiaro intento di permetterne la trasmissione nel resto del mondo: in Corea e Giappone la potrebbero vedere alle 22, così come in Indonesia Ovest; a Pechino e Indonesia Centrale alle 21; A New York alle 8 di mattina; in Brasile alle 10.

Un grosso problema della Serie A è la notorietà dei team nel mondo, e con esso, il livello di merchandising ad esso associato. 

Per questo proporrei alla Lega di acquistare i propri diritti per l'estero, e offrire le partite delle 14 in chiaro nei mercati emergenti (Asia e America), vendendo gli altri ai privati. In questo modo si potrebbero guadagnare molti tifosi e visibilità, che inevitabilmente si rifletterebbe in introiti da sponsor e vendita dei gadget.



Una riforma più radicale: il modello NBA

Il sistema professionistico statunitense è una lega chiusa, in cui non avvengono promozioni ne retrocessioni. A dei vantaggi (la sicurezza degli investimenti, la programmazione a lungo termine) corrispondono altrettanti svantaggi (la mancanza di una seria competitività a fondo classifica); vediamo come si potrebbe riproporre una cosa del genere in Italia.

Quanto visto precedentemente si mantiene; stesso numero di squadre nelle leghe, con l'assenza di promozioni e retrocessioni fra la Serie A e B. Ma quali squadre parteciparebbero?
In NBA le franchigie acquistano dalla lega la possibilità di partecipare; in Italia, almeno in un primo momento, suggerirei una distribuzione geografica (tenendo comunque conto dei risultati passati): queste le squadre:

18 squadre, distribuite il più possibile equamente fra tutte le regioni. In caso si volesse passare a 20, si potrebbero assegnare anche 2 squadre a Basilicata e Abruzzo. Le principali città, e squadre sono rappresentate; inoltre, considerando il numero di abitanti nei comuni e nelle province, si avrebbero:


ben 9 milioni di possibili spettatori nei comuni, 21 milioni negli abitanti. 
Tutto ciò porterebbe ragionevolmente ad aumentare il numero di persone allo stadio, dato che le squadre diventerebbero quasi rappresentative regionali.

La mancanza di retrocessioni potrebbero permettere alle piccole di attuare un progetto a lungo termine, tattici e con la crescita di giovani senza l'assillo della possibile Serie B.

Inoltre tutte queste squadre potrebbero fare riferimento a squadre minori dove far crescere i propri giovani, e realisticamente aumenterebbe l'interesse anche verso le leghe minori grazie ai tifosi traslati dalla prima squadra.

Ma a chi lo fa fare a squadre come Atalanta, Parma e Chievo di retrocedere volontariamente? La mia idea è che disputerebbero un campionato per vincerlo, con squadre (e città) di livello similare, con anche minori costi e potendo (penso all'Atalanta) sfruttare al massimo il proprio vivaio. Inoltre, la SuperCoppa italiana potrebbe disputarsi fra le vincitrici di Serie A e Serie B, e anche la Coppa Italia potrebbe far disputare mini gironi mischiati fra le due leghe.

mercoledì 25 giugno 2014

Un Ranking UEFA tendenziale

Come già realizzato per quello italiano, qui ho stimato un Ranking Uefa tendenziale, ossia valutando maggiormente i risultati raggiunti recentemente, mentre viene diminuito il valore per quelli più vecchi. L'obiettivo è di rappresentare in maniera più corretta il valore delle squadre, in quanto la crescita (o la decrescita) temporale di un team viene evidenziato in maniera più evidente in questa classifica. Rimane sempre il problema inerente all'esclusione di una squadra dalla coppa, che risulta estremamente penalizzante in termini di punteggio.


I valori vengono moltiplicati per 4, per quanto concerne l'ultima stagione,
per 2,5, per la penultima, per 1,5 la terzultima, ed infine la quarta e la quintultima rimangono invariate.



I risultati che si ottengono sono (per le prime 100 posizioni):








Nelle prime posizioni, quello che risulta maggiormente è l'avanzamento di Borussia, PSG e Juve, mentre il Milan e il Lione sono quelle che perdono maggiormente. Da segnalare inoltre il crollo dell'Inter, a cui diminuendo l'importanza della stagione del triplete  la porta ben 15 posizioni più indietro.

Per le Italiane questo sistema rappresenta in maniera più corretta gli attuali valori:
- La Juventus si porta al primo posto, in 13esima posizione

- Il Milan perde ben 4 posizioni, classificandosi 15°.
- Il Napoli, guadagnando 5 piazze si porta al 26° posto, sopravanzando
- L'Inter in caduta verticale in 28esima posizione
- La Lazio, grazie alle ultime stagioni si porta subito dietro, guadagnando su 12 squadre
- Quasi come la Fiorentina, che guadagnandone 13 risulta essere la 32 forza europea.
- Più indietro le altre, con l'Udinese in 70esima posizione che si avvantaggia di 7, e la
- Roma che a causa delle ultime sconclusionate stagioni paga l'assenza dalle coppe, posizionandosi 75esima (dal 55° posto ufficiale).
- Chiude i giochi il Palermo in 98esima posizione.


Ma un fattore più interessante sono le fascie di merito per i sorteggi Europei. Basandosi su questo post e confrontando le diverse fascie, si ottiene:

Prima Fascia:

In questa urna rimarrebbe quasi tutto uguale, con solo l'inserimento del Borussia Dortmund al posto del Porto, che retrocede nel secondo gruppo

Seconda Fascia:

Anche qui ci sono pochi cambiamenti: già detto di Porto e Borussia, esce lo Shaktar Donetsk per far posto al Leverkusen. Cambia inoltre l'ordinamento, ma senza effetti sui sorteggi

Terza Fascia:


Si comincia a muovere qualcosa: dalla quarta fascia verrebbero promosse Anderlecht e Salisburgo, retrocedendo Liverpool e Sporting Lisbona.

Quarta Fascia:

Come già detto sopra, questa fascia si ritroverebbe con un coefficiente di difficoltà incredibile, rinchiudendo Liverpool, Roma e Monaco.

Per questo ritengo che l'Uefa dovrebbe prendere in considerazione di aggiungere un altro coefficiente moltiplicativo basato sulla difficoltà dei campionati e dei punti ottenuti durante le precedenti stagioni.


mercoledì 18 giugno 2014

Una Ipotesi di riforma per la distribuzione dei Diritti TV

Come si può vedere in questo post di Tifoso Bilanciato, l'attuale sistema di distribuzione dei diritti tv è assurdamente complicato, oltre che ampiamente discutibile.
Vi sono alcuni criteri oggettivi sensati (la classifica dell'ultimo anno, i risultati nel quinquennio), alcuni sempre oggettivi ma con scarso senso (i risultati "storici", il numero di cittadini) e alcuni di difficile valutazione (i sostenitori).

Qui propongo un sistema di distribuzione basato sempre sulle 3 macro aree presenti attualmente, ossia:


- Distribuzione in parti uguali (10%)

- Distribuzione per sostenitori (60%)

- Distribuzione per merito (30%)

Stime con differenti percentuali si possono fare scaricando il file in fondo alla pagina.


Distribuzione in parti uguali


Riguardo a ciò non vi è molto da dire; una parte (piccola, il 10%) viene distribuita in maniera egualitaria fra tutte le partecipanti; questo avviene per limitare la supremazia delle big rispetto alle piccole:

Diritti TV divisi in parti uguali
Ad ogni squadra vengono dunque assegnati 4,2 milioni di €.

Sostenitori

Questa parte viene ulteriormente suddivisa in "Tifosi allo Stadio" e "Tifosi alla TV".

Ognuna di queste equivale a un 30% del totale.

I "Tifosi allo Stadio" vengono individuati in base al numero di presenze medie allo stadio, pesato rispetto alla capienza di questo. Per rendere chiaro il concetto, equivale a PresenzeMedie/Capacità*Presenze medie. Questo significa che uno stadio di 20'000 posti con 15'000 spettatori di media (15000/20000*15000=11'250) avrà un valore maggiore rispetto ad uno di 60'000 riempito da soli 25000 spettatori (10'416).
Questo per un duplice motivo: innanzitutto invogliare le società ad ammodernare gli attuali impianti, e realizzarli per una capienza che permetta di apparire in televisione il più pieno possibile (d'altra parte uno dei motivi per cui la Premier League è molto seguita è dovuto anche dallo spettacolo offerto sulle gradinate).
L'obiettivo, inoltre, è anche quello di indurre le società a portare più persone allo stadio, in caso anche con politiche sui biglietti più economiche.


Il risultato, con i dati presi da stadiapostcards, è il seguente:
 
Diritti Tv da Tifosi allo Stadio


La Juventus è la squadra che ottiene il valore pesato maggiore, grazie all'elevatissimo grado di riempimento ottenuto dal suo stadium. Anche il Napoli si piazza in buona posizione, e c'è da chiedersi con uno stadio moderno che numeri potrebbe raggiungere. Da notare anche la differenza fra le due milanesi, in mezzo a cui si piazzano Roma e Fiorentina (con un elevata percentuale occupata anch'essa),
In negativo si evidenziano principalmente il Chievo (il confronto con il numero di tifosi dell'Hellas è evidente), e il Cagliari, che paga la capacità limitata del suo impianto durante la stagione. Ho lasciato la capacità teorica del Sant'Elia, in quanto la causa della riduzione di posti è individuabile nella società stessa.



Per quanto concerne i Tifosi alla TV, essi equivalgono agli spettatori tv medi delle singole squadre. Ad essi viene assegnato il 30% del totale:


Diritti Tv da telespettatori

Anche in questo caso la Juventus è la squadra più seguita, con una netta prevalenza delle grandi rispetto alle piccole. Il rapporto fra queste è di circa 4-5 volte.


Ranking

Il concetto del Ranking è già stato spiegato in questo post, dove vengono sommati i punti in campionato e (raddoppiati) il ranking europeo, con un valore decrescente man mano che ci si allontana temporalmente.

I valori in gioco sono:

Dirtti Tv da Ranking


Anche in questo caso viene distribuito il 30% del totale.
La Juventus, forte degli ultimi anni di dominio ottiene la vetta, e circa 25 milioni di Euro. Seguono il Milan (grazie in particolare all'ottimo comportamento europeo), e il Napoli. Agli ultimi posti le neo promosse, tuttavia non staccate di molto dalle altre squadre abituali della A.

Totale e Confronto

Tutto ciò per arrivare al totale, e confrontarlo con la situazione attuale:

Confronto

Le principali penalizzate da questa ipotetica distribuzione sono le milanesi e il Cagliari. Per le prime valgono i scarsi risultati (e gioco) espressi nelle ultime due stagioni, che si riflettono in scarso pubblico sia a casa che allo stadio, oltre che per quanto comporta il Ranking. Il Cagliari invece paga "l'effetto stadio" che lo porta a praticamente non avere contributi da questo, mentre in una situazione normale è possibile valutare in 6/7 milioni in più annui. Anche Juve, Lazio, Parma e Chievo sono in perdita, anche se non in maniera così netta. Quasi tutte le altre in attivo (o in piccola perdita), con i casi particolari di Sassuolo, Hellas, Fiorentina e soprattutto Napoli. Da evidenziare come tutte queste squadre oltre a buoni risultati si esprimono spesso attraverso un gioco offensivo.

I Pro:
- Si hanno valori chiari ed oggettivi per i parametri della distribuzione
- Questi sono tesi a spingere le squadre a migliorare le infrastrutture (stadio) e gioco (ranking e seguito)
- I valori finali sono prossimi a quelli attuali, con solo alcune differenze.

Contro:
- La mancanza di una sicurezza ad inizio stagione del valore finale, una stagione storta può farti perdere diversi milioni (sarebbe bypassabile da uno stipendio dei giocatori variabile a seconda dei risultati, ma serve la volontà di tutti)

- Tende a mantenere lo "status quo": Le grandi otterranno sempre un quantità di denaro decisamente superiore alle piccole.


Nel caso in cui si volesse distribuire la totalità attraverso gli effettivi telespettatori medi, il risultato sarebbe questo:

Distribuzione con solo telepettarori

I risultati evidenziano uno scostamento ancora maggiore fra le grandi e le piccole, generando una separazione ancora maggiore di quella attuale.


Le percentuali da me utilizzate sono indicative, e usate cercando di dare il giusto peso ad ogni valore, ma ognuno può valutare gli effetti dei loro cambiamenti attraverso questo file.

Buon Divertimento!