Quello che propongo qui sono degli interventi a tutto tondo, dal numero di squadre alla distribuzione dei proventi tv, al merchandising.
I Campionati
I Campionati
Ad oggi, ci sono:
- 20 squadre in Serie A
- 22 squadre in Serie B
- 60 squadre in LegaPro (divisi in 3 gironi da 20)
La mia proposta è una seria riduzione delle squadre presenti, passando a
- 18 squadre in Serie A
- 20 squadre in Serie B
- 20 squadre in Serie B
- 48 squadre in LegaPro (divisi in 2 gironi da 24)
In totale le società professionistiche passano dalle 111 dell'ultima stagione (saranno 102 la prossima) a 86, con ovvi miglioramenti anche delle condizioni economiche di queste ultime.
Le promozioni/retrocessioni sarebbero le seguenti:
Si manterrebbe grosso modo la situazione attuale, ad eccezione delle 5x2 retrocessioni dalla Lega Pro ai dilettanti, con conseguenti promozioni di tutte le prime classificate + la vincitrice fra le 8 migliori seconde.
In Serie A si passa da 38 giornate a 34. Si potrebbero eliminare tutti i turni infrasettimanali (particolarmente gravosi in autunno alternandosi alle giornate di Champions/Europa League), introducendo un'altra giornata di sosta, che potrebbe trovarsi sempre a cavallo delle competizioni europee o in Gennaio/Febbraio per le condizioni meteo.
La Serie B si riduce da 42 a 38 partite, e potrebbe sfruttare la sosta della Serie A vista sopra per ottenere maggiore visibilità.
La Lega Pro invece giocherebbe 46 giornate, che ammetto essere una enormità. A ciò però bisogna aggiungere la considerazione che per le società piccole buona parte del fatturato deriva dai botteghini, e questo è lo scopo della mia proposta.
La Lega Pro invece giocherebbe 46 giornate, che ammetto essere una enormità. A ciò però bisogna aggiungere la considerazione che per le società piccole buona parte del fatturato deriva dai botteghini, e questo è lo scopo della mia proposta.
Mutualità fra le diverse serie
Ad oggi, dai diritti Tv totali, un 4% viene destinato ai settori giovanili e dilettantistici, mentre una parte del 6% alle serie inferiori.
Dalla serie A dunque giunge a Serie B e LegaPro circa 55 milioni di Euro, a cui va aggiunto il paracadute per le retrocessioni dalla lega maggiore di circa 30 milioni di €. Questi ultimi soldi vanno solo alle retrocesse, ma nei prossimi calcoli vengono calcolati come equamente suddivisi fra tutte le partecipanti. Per quanto riguarda il primo punto, in mancanza di dati certi, viene stimato una divisione 50 e 50 fra le due leghe.
Nella mia idea, dal totale dei diritti tv solo l'80% torna in Serie A; un 10% alla Serie B; un 6% in LegaPro. Da una parte i minori compensi della Lega maggiore vengono compensati dalle minori squadre presenti, mentre vi è un importante aumento per Serie B (da circa 60 milioni totali a 100) e LegaPro (da 30 a 60);
Nella mia idea, dal totale dei diritti tv solo l'80% torna in Serie A; un 10% alla Serie B; un 6% in LegaPro. Da una parte i minori compensi della Lega maggiore vengono compensati dalle minori squadre presenti, mentre vi è un importante aumento per Serie B (da circa 60 milioni totali a 100) e LegaPro (da 30 a 60);
Il minore numero di squadre in queste categorie, inoltre porta un notevole aumento dei contributi medi per squadra, come visibile qui sotto:
Ad esempio, la media per squadra di serie B praticamente raddoppia, mentre quella di LegaPro è circa 2,5 volte maggiore.
Le squadre B
Tutto questo non dovrebbe avvenire solo per buona volontà, ma con una altra clausola: Le squadre "B".
Nella mia idea, queste non sarebbero tanto "Juventus B" o "Milan B", ma le grandi dovrebbero acquistare in toto una squadra di provincia, distante almeno 300 km dalla squadra principale per evitare una concentrazione di "grande calcio" in poche aree e lasciando altre praticamente abbandonate. Queste non potrebbero mai giocare nella stessa serie della squadra principale, ed in aggiunta non avrebbero diritto ai contributi Tv, andando ad aumentare le quote spettanti alle altre. La principale obiezione è che in questo modo le squadre comprate non avrebbero mai l'opportunità di giocare in Serie A, ma realisticamente molte di queste non potrebbero mai vederla. A questo punto, credo sia meglio godersi l'esplosione di qualche giovane, ma ovviamente è un argomento delicato e opinabile. In queste squadre sarebbe obbligatorio schierare giocatori con meno di 21 anni, con la possibilità di aggiungere 1/2 fuoriquota per permettere ai giocatori del team madre di riprendersi da infortuni.
Il problema vero per il calcio italiano è far giocare i giovani nostrani; in virtù della legge Bosman, non si può vietare l'ingresso di giovani stranieri; forse l'unica possibilità è legare i contributi dai diritti tv per le squadre B (che in teoria non avrebbero) all'uso di almeno 7-8 italiani in campo continuamente.
Le partite e gli orari
Il punto principale è che squadre A e squadre B non giochino mai lo stesso giorno; in questo modo, i tifosi del team principale potranno interessarsi anche a quelli della seconda squadra, aumentando l'appeal dei diritti televisivi delle altre leghe secondarie.
Ci sarebbero 10 partite di Serie B e 9 di Serie A. Il weekend comincerebbe Venerdì sera per terminare Domenica, con ovvie modifiche in base agli impegni internazionali. Altra modifica è il tentativo di evitare la contemporaneità di più partite possibili, in modo che in tv possano essere visti più incontri possibili. Nella mia simulazione, non si avrebbero mai più di 3 partite nello stesso istante. In particolare gli orari sarebbero questi:
In blu la Serie A, in verde la Serie B.
La Serie A ha 3 anticipi al Sabato, di cui uno alle 14, e alle 18:45 e alle 20:30, in questo modo è possibile evitare la sovrapposizione fra gli ultimi due eventi. Inoltre, permette alle 3 squadre (teoriche) partecipanti in Champions League di giocare prima. In generale le partite cominciano ogni 45 minuti, in questo modo si riesce ad avere solamente 3 partite nello stesso momento. A livello teorico, si potrebbe iniziare a guardare il campionato alle 14 e finire alle 22:15, con grande guadagno delle compagnie tv che potrebbe tradursi in grande guadagno delle squadre interessate. Inoltre, la presenza di Squadre B farebbe aumentare l'interesse nei confronti di questa Lega e dei diritti ad essi collegati, in modo da incrementare ancora gli introiti di questi team.
La Serie A nel mondo
Le partite delle 14 hanno il chiaro intento di permetterne la trasmissione nel resto del mondo: in Corea e Giappone la potrebbero vedere alle 22, così come in Indonesia Ovest; a Pechino e Indonesia Centrale alle 21; A New York alle 8 di mattina; in Brasile alle 10.
Un grosso problema della Serie A è la notorietà dei team nel mondo, e con esso, il livello di merchandising ad esso associato.
Per questo proporrei alla Lega di acquistare i propri diritti per l'estero, e offrire le partite delle 14 in chiaro nei mercati emergenti (Asia e America), vendendo gli altri ai privati. In questo modo si potrebbero guadagnare molti tifosi e visibilità, che inevitabilmente si rifletterebbe in introiti da sponsor e vendita dei gadget.
Una riforma più radicale: il modello NBA
Il sistema professionistico statunitense è una lega chiusa, in cui non avvengono promozioni ne retrocessioni. A dei vantaggi (la sicurezza degli investimenti, la programmazione a lungo termine) corrispondono altrettanti svantaggi (la mancanza di una seria competitività a fondo classifica); vediamo come si potrebbe riproporre una cosa del genere in Italia.
Quanto visto precedentemente si mantiene; stesso numero di squadre nelle leghe, con l'assenza di promozioni e retrocessioni fra la Serie A e B. Ma quali squadre parteciparebbero?
In NBA le franchigie acquistano dalla lega la possibilità di partecipare; in Italia, almeno in un primo momento, suggerirei una distribuzione geografica (tenendo comunque conto dei risultati passati): queste le squadre:
Il sistema professionistico statunitense è una lega chiusa, in cui non avvengono promozioni ne retrocessioni. A dei vantaggi (la sicurezza degli investimenti, la programmazione a lungo termine) corrispondono altrettanti svantaggi (la mancanza di una seria competitività a fondo classifica); vediamo come si potrebbe riproporre una cosa del genere in Italia.
Quanto visto precedentemente si mantiene; stesso numero di squadre nelle leghe, con l'assenza di promozioni e retrocessioni fra la Serie A e B. Ma quali squadre parteciparebbero?
In NBA le franchigie acquistano dalla lega la possibilità di partecipare; in Italia, almeno in un primo momento, suggerirei una distribuzione geografica (tenendo comunque conto dei risultati passati): queste le squadre:
18 squadre, distribuite il più possibile equamente fra tutte le regioni. In caso si volesse passare a 20, si potrebbero assegnare anche 2 squadre a Basilicata e Abruzzo. Le principali città, e squadre sono rappresentate; inoltre, considerando il numero di abitanti nei comuni e nelle province, si avrebbero:
ben 9 milioni di possibili spettatori nei comuni, 21 milioni negli abitanti.
Tutto ciò porterebbe ragionevolmente ad aumentare il numero di persone allo stadio, dato che le squadre diventerebbero quasi rappresentative regionali.
La mancanza di retrocessioni potrebbero permettere alle piccole di attuare un progetto a lungo termine, tattici e con la crescita di giovani senza l'assillo della possibile Serie B.
Inoltre tutte queste squadre potrebbero fare riferimento a squadre minori dove far crescere i propri giovani, e realisticamente aumenterebbe l'interesse anche verso le leghe minori grazie ai tifosi traslati dalla prima squadra.
Ma a chi lo fa fare a squadre come Atalanta, Parma e Chievo di retrocedere volontariamente? La mia idea è che disputerebbero un campionato per vincerlo, con squadre (e città) di livello similare, con anche minori costi e potendo (penso all'Atalanta) sfruttare al massimo il proprio vivaio. Inoltre, la SuperCoppa italiana potrebbe disputarsi fra le vincitrici di Serie A e Serie B, e anche la Coppa Italia potrebbe far disputare mini gironi mischiati fra le due leghe.